L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

lunedì 25 febbraio 2013

LA FONDAZIONE MPS FONTE DI INDAGINI GIUDIZIARIE

Vatti a fidare delle banche! Il 5 gennaio scorso Rothschild si è aggiudicato il premio come advisor finanziario dell’anno per l’Italia. Ad assegnarlo sono stati il Financial Times e Mergermarket nell’ambito degli European M&A Awards 2012, tenutisi a Londra nel mese di dicembre 2012 quando i protagonisti del mercato della consulenza finanziaria mondiale hanno premiato se stessi per la capacità di accumulare consulenze e quattrini facili. Rothschild è anche l’advisor incaricato da banca MPS di vendere al miglior offerente MPS Leasing & Factoring, come avevamo scritto nello scorso 26 settembre 2012, quando avevamo dubitato che fosse una scelta felice per via di certi trascorsi criticabili. Rothschild (insieme a Credit Suisse) aveva curato la consulenza e la raccolta del prestito miliardario con cui la Fondazione MPS aveva partecipato all’aumento di capitale del luglio 2011. Quella operazione contrastata nelle segrete stanze di Palazzo Sansedoni che costò il posto a Marco Parlangeli (quando si potranno conoscere i verbali degli interrogatori ne sapremo di più) e di cui l’ex Provveditore ha dato spiegazioni agli inquirenti lo scorso 12 febbraio. Dovrebbe aver chiarito anche i termini in cui fosse a conoscenza del Fresh 2008, la madre di tutti i debiti impagabili della Fondazione, sottoscritto con Jp Morgan e dell’esistenza delle due indemnity che l’ex vice Direttore Generale di Monte dei Paschi Marco Morelli avrebbe firmato a favore della stessa Jp Morgan e l’altra a favore Bank of New York nascondendole alla Banca d’Italia.
E proprio in Banchi di Sotto si segnalano tensioni nella Fondazione MPS: sembra che ci sia una fronda silenziosa  che faccia pressione sul presidente Gabriello Mancini affinché avvii un’azione legale nei confronti degli advisor Credit Suisse e Rothschild. Secondo Il Tirreno “Si tratta dei consulenti finanziari che avrebbero indotto, secondo i proponenti. la Fondazione a modificare il Documento programmatico pluriennale strategico per consentire un incremento dell’indebitamento per far fronte a un eventuale aumento di capitale. Valutazioni completamente sbagliate su cui si allunga l’ombra di un doppio conflitto di interessi. Il primo è coniugale: nella riunione del 4 aprile 2011 l’advisor inviata da Rorhschild è Ilaria Romagnoli; a precederla è Guido Banti, il cui superiore è Paolo Celesia, capo dell’ Equity Capital Markets di Credit Suisse e marito della Romagnoli. Il secondo conflitto di interesse è legato al fatto che presso Credit Suisse è parcheggiato parte del «fresh» (circa 300 milioni) contratto dalla Fondazione per partecipare al maxiaumento di capitale di Mps del 2008. Quindi, un creditore della Fondazione è anche il consulente che lo assiste nel corso dell’operazione che lo porta a indebitarsi ulteriormente”.
 Il Capo della banca d’affari Rothschild in Italia è Alessandro Daffina. E’ stato sentito due volte dai Pm della Procura di Siena in questi giorni. E’ la seconda volta che Antonveneta porta il banchiere al cospetto della magistratura, la prima fu all’epoca del tentativo di Opa di Gianpiero Fiorani nel 2005. La seconda per gli avvenimenti del 2007: Daffina faceva da consulente al Santander, ma contattò il presidente senese Giuseppe Mussari per offrirgli il suggerimento di proporsi a Botin come compratore offrendo il testo di una lettera con cui farsi avanti. “Niente di strano” commenta Daffina secondo l’Espresso “Sono cose che possono capitare nel corso di una trattativa d’affari”. Nel 2011 Daffina è immerso fino al collo nella partita che porta la Fondazione MPS a indebitarsi. Sarebbe quindi il soggetto dell’azione legale che raccontavamo poco fa. L’Espresso scrive che “secondo quanto è emerso in questi giorni, entrambi gli advisor misero per iscritto le loro perplessità sull’entità e sulle modalità tecniche dell’operazione. Invece di finanziarsi vendendo partecipazioni, ad esempio la quota in Mediobanca, l’ente senese accese nuovi debiti per 600 milioni. Mettendosi di fatto un cappio al collo”.
Con tutta l’opinione pubblica concentrata sulle elezioni di cui oggi si avranno i primi risultati, la Fondazione ha goduto di alcuni giorni di silenziosa indifferenza. Eppure la scadenza del 28 febbraio, termine tecnico per procedere al rinnovo dello Statuto, si avvicina a passi da gigante. E’ chiaro che la Deputazione che ha così male amministrato la Palazzo Sansedoni non è legittimata a fare modifiche nello Statuto, che di tutta questa situazione non ne ha colpa. La colpa è delle persone, degli individui che non hanno saputo ottemperare ai compiti a cui erano stati chiamati. Rinnovare la composizione della Deputazione è solo una parvenza di riforma di cui nessuno sente la necessità, specie se a deciderla è un comitato di nominati in scadenza che ancora non si rendono conto dei gravissimi danni arrecati alla città, altrimenti se ne sarebbero già andati. Al momento della quotazione in borsa l’azione MPS valeva 5,8 euro, oggi alla ripresa incerta dei mercati finanziari vale 22 centesimi o poco più. L’azione legale che veniva auspicata nell’articolo questa deputazione non la può fare: certamente gli accusati chiamerebbero Mancini & C. in causa di correità. Forse è per questo che stanno attendendo l’ultimo momento utile per andarsene.

Nessun commento:

Posta un commento