L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

domenica 28 ottobre 2012

DELL'ITALIA CHE NON E' UN POSTO PER I GIOVANI

Il pensionato più famoso d'Italia, tale Giuliano Amato che risulta percepire circa 31.411 euro lordi mensili di pensione, per cui già dal 2008 risulta aver abbandonato la politica attiva ... non aveva certamente altro pensionabile da accumulare ... a partire da domenica 28 ottobre 2012 è diventato conduttore televisivo (naturalmente su Rai 3, il piddino) di un programma intitolato "Se una farfalla batte le ali".

Secondo le informazioni raccolte "il programma è prodotto da Rai Educational e va in onda a partire dalle ore 13:00 sulla terza rete Rai e poi in replica ogni venerdì, dal 2 novembre alle 20:30 su Rai Storia. Amato, nel corso del programma cercherà di far luce sugli equilibri mondiali, ripercorrendo in dodici puntate il cammino dei rapporti e delle influenze tra gli attori geopolitici nella storia recente. il mondo globalizzato è diventato quello che è oggi, come potrebbe diventare domani, e come ogni battito d’ala, in ogni parte del pianeta, si ripercuota anche su di noi".

Non è sufficiente ad Amato trascorrere le sue estati in spiaggia ad Ansedonia, evidentemente.

Largo ai giovani. Chissà se il nostro prende compensi per arrotondare la magra pensione ...

Poteva fare l'esperto, coordinare un team di giovani che si interrogano sulla globalizzazione invece fa tutto lui. Lui e Silvia Calandrelli, direttore di Rai Educational, da 21 anni dipendente Rai (chissà come ci sarà entrata ...), naturalmente promossa nel 2011 a direttore a 47 anni solo perchè quello precedente, Giovanni Minoli, era andato in pensione. In una intervista a La Stampa la Calandrelli aveva dichiarato:  "L'ultima indagine del Censis dimostra come i giovani dai 14 ai 29 anni, i cosiddetti "nativi digitali", non frequentano la televisione. Ci arrivano, caso mai, e per un consumo molto ridotto, attraverso il web e le applicazioni. Dunque è fondamentale, per una struttura come RaiEducational, tenere conto di questa realtà e considerare i nuovi strumenti tecnologici non come estensioni del sistema audiovisivo tradizionale, ma come una sua parte integrante".

Chissà se si è mai chiesta se forse questi giovani non guardano la televisione perchè è fatta dai dinosauri e la trovano alquanto noiosa ...
Evidentemente l'Italia non è un paese per giovani ... ma per vecchi pensionati!

PER FAVORE NON CHIAMATELO SPORT!

Sky Sport 1 Hd trasmette esclusivamente calcio. Perchè non chiamare il canale con il suo nome?
Sky calcio...

Corriere dello Sport: solo le ultime due pagine hanno articoli di sport ... le altre solo calcio fino alla nausea.
Perchè non chiamare il quotidiano con il suo nome?
Corriere del Calcio ...

Smettiamo di prendere in giro la gente!

sabato 27 ottobre 2012

GRILLI DELLA BUROCRAZIA ITALIOTA

Eppure il ministro Grilli è un burocrate autentico. Quindi dovrebbe conoscere la macchina "macchinosa" dello Stato, anche guardando ai fallimenti dei suoi predecessori quando hanno voluto conoscere qualcosa dello stato italiano dai suoi dipendenti, e non sono riusciti a cavare un ragno dal buco.

Perchè il potere dei burocrati consiste nel non trasmettere ad altri le proprie conoscenze.

Allora il Grilli vuole sapere dalle amministrazioni periferiche quanti immobili possiede lo stato, per farne un censimento e venderli nella speranza di ripianare il debito pubblico.

Passa un anno e il 50% dei burocrati interpellati non risponde alla domanda. il povero derelitto Grilli spera di poter mettere all'asta beni per 368 miliardi di euro, ma con le liste arrivate si arriva a stento a 5 (cinque).

Pensa se avesse emanato un decreto per cui se in due mesi non avesse avuto la risposta con il censimento dei beni allegato, avrebbe licenziato il vertice della burocrazia locale a cominciare dal prefetto.
Avrebbero fatto le corse per accontentarlo, basta colpire la tasca ....

Che Grilli in realtà non volesse le risposte?

mercoledì 24 ottobre 2012

PEGGIOCRAZIA ALLA SENESE: LA MALASTORIA DEL MONTE DEI PASCHI

iL NOSTRO AMICO RED CI MANDA UN ALTRO PEZZO DI SANA SAPIENZA POLITICA :
“In Italia manca una cultura del merito perché non c’è una cultura della legalità. Se io, politico (capo di partito o di governo), voglio ottenere dei benefici o dei favori che non mi competono, nomino non un candidato competente, ma uno a me fedele. Se io imprenditore voglio assicurarmi che le mie tangenti, le mie evasioni fiscali, i miei intrecci col potere politico non vengano rivelati, non scelgo il manager migliore, ma quello più fidato. E non c’è persona più fedele del buono a nulla, di chi non ha alternative. Se l’Italia non cresce, se è a rischio di default, è perché è stata fin qui governata dai peggiori. Non i mediocri: i peggiori. Il clientelismo politico e l’economia sommersa hanno trasformato il nostro Paese in una peggiocrazia. È per questo che in Italia si trovano le migliori segretarie e i peggiori dirigenti”. La peggiocrazia: leggendo le parole dell’economista Luigi Zingales non riusciamo a non pensare alla nostra piccola Siena e al suo ex-colosso MPS. Alla cattiva gestione fatta da politicanti autoreferenti, con un presidente che a posteriori riconosce che “fare il banchiere non è il mio mestiere” alle mezze figure messe nei consigli di amministrazione che poco o nulla possono capire, per formazione ed esperienza, di banca. E lo scandaletto dei 130 milioni che nel bilancio ci sono e non ci sono, come la sempre informatissima Linkiesta.it è venuta a sapere, e che sarebbero finiti nelle tasche di dirigenti che in numero di 18 sarebbero finiti nella lista dei 100 manager da licenziare,è sempre una microscopica punta dell’iceberg del dissesto di Rocca Salimbeni. Ma il gruppo dei cento pare essere composto da figure di medio e basso livello, con tutti i capoccioni messi da Mussari secondo il lodo Zingales intonsi al loro posto nella Direzione Generale. Forse sanno troppo per essere abbandonati al loro destino? Ma non sono solo da una parte gli “intoccabili”. Profumo ha parlato: “Al Monte nessuno faceva la propria parte, non si capiva chi faceva cosa, il sindacato gestiva l’azienda, e un cattivo sindacato è sempre lo specchio di un cattivo imprenditore”, ma è troppo generoso con i sindacati, che non hanno mai governato l’azienda ma hanno avuto pessimi dirigenti che, con la piaggeria raccontata da Zingales, hanno collaborato alla messinscena dell’incompetenza al potere. Con personaggi che sono sempre lì, sul pezzo, perché non c’è autocritica né dimissioni per accertata incapacità nel ruolo ricoperto. Non è saltata una testa nei sindacati; perciò la sensazione della combine nel fallimento delle trattative con l’azienda è forte. Non aver ottenuto risultati dal prossimo mese di novembre significa per i dipendenti della banca non sapere a cosa si andrà incontro economicamente parlando. Cosa imporrà il Tandem con la partecipazione della signora Dalla Riva quale contratto integrativo aziendale del futuro? 


DOPO L'ESTATHE', COCA COLA PER TUTTI: PRANZO E CENA

Non so chi ci ha presi più per scemi, se la Ferrero o la Coca Cola! Stanno impazzando gli spot pubblicitari sulle televisioni nazionali
Prima è stata l'epopea dei pranzi leggeri ... un'insalata e un'estathè! Ora t'arriva la multinazionale che a cena sogna di vedere gli italiani non con un bicchiere di vino, non con l'acqua minerale che depura, nemmeno con la birra che campa cent'anni. No no ... it's time to Coke!

Sogno ... una bella amatriciana con un bicchier di coca ... bollicine, pancetta e zucchero!
sogno ... un controfiletto al sangue, patate arrosto croccanti con un bicchier di coca ... ci sei o ci fai?

perfino lo spot girato a Napoli ... la pizza con coca giusto per i ragazzi può andar bene ...

LA RICETTA DELLA FELICITA'!

Unione Consumatori rileva che  "se si assecondasse lo spot bevendo due bicchieri di Coca-Cola sia a pranzo che a cena, si assumeranno circa 108 gr. di zuccheri, equivalenti (secondo la stessa etichetta nutrizionale sulla lattina) al 116% del fabbisogno giornaliero di zuccheri: un dato esorbitante rispetto ad una dieta corretta, tanto più se tale livello di consumo fosse tenuto da un bambino".
La Coca Cola è recidiva sull'argomento: nel 2011 un altro spot pubblicitario della nota multinazionale americana era stato denunciato, infatti, dall'Unione perchè giudicato ingannevole: dapprima, con scene in bianco e nero, intendeva convincere i consumatori che l'abitudine di pranzare con la Coca-Cola a tavola è una vecchia tradizione italiana; mostrando una mamma che porta in tavola una bottiglia di Coca-Cola di grande formato scatenando la gioia dei commensali. Entrambe le immagini, come ha precisato l'Unione, non hanno niente a che fare con la realtà: per fortuna in Italia la Coca-Cola si beve soprattutto fuori casa!

RADON A SIENA: PERICOLO REALE

Le Regioni sono chiamate a individuare le zone ad elevata probabilità di alte concentrazioni di radon e le caratteristiche dei luoghi di lavoro che possono determinare livelli elevati di radon. Così la Regione Toscana ha affidato nel 2006 ad Arpa la realizzazione di una indagine estesa a tutto il territorio regionale, per verificarne i valori nel territorio regionale. I dati raccolti tra il 2006 e il 2010 in quasi 2000 abitazioni e 1300 luoghi di lavoro con misure in quasi 8000 locali, sono confortanti, ma non per tutti. Infatti nel rapporto sono emersi problemi per ben 13 Comuni dove l'esistenza di livelli di radon significativamente più elevati rispetto alla media nazionale è accertata sulla base di un numero minimo di misurazioni effettuate nelle abitazioni (15), e dove la percentuale di abitazioni che superano 200 Bq/m3 è uguale o maggiore al 10%. Nell’elenco, accanto a Sorano, Santa Fiora, Isola del Giglio, Pitigliano, Arcidosso, Roccastrada, Castel del Piano (in provincia di Grosseto), Marciana e Marciana Marina (in provincia di Livorno), Montecatini Val di Cecina (in provincia di Pisa), Piteglio (in provincia di Pistoia), ci sono due comuni senesi: Abbadia San Salvatore e Piancastagnaio. Tanto che in queste realtà del territorio toscano si concentreranno gli sforzi per individuare gli edifici con valori elevati della concentrazione di radon e qui saranno indirizzati i primi interventi di riduzione delle concentrazioni. Scrive appunto Arpat: “Nei regolamenti edilizi delle aree con concentrazioni più elevate potranno essere inserite indicazioni per la costruzione degli edifici in modo da limitare l'ingresso del radon. I principali accorgimenti in fase di progettazione riguardano l'isolamento dal terreno, la possibilità di areare il vespaio o le cantine, la sigillatura delle vie di accesso del gas all'interno, rendendo impermeabili i solai, e l'isolamento di fessure e condutture. Per ridurre la concentrazione di radon in un edificio è possibile realizzare le cosiddette "azioni di rimedio", che consistono in semplici accorgimenti o interventi finalizzati a ridurre l'ingresso del radon nell'edificio e/o ad aumentare il ricambio dell'aria interna attraverso l'immissione di aria esterna”.

LA LOBBY BELLICA NON DEMORDE: IL CONTO LO PAGANO GLI ITALIANI CHE NON VOGLIONO LA GUERRA

E’ spietata la sentenza di Famiglia Cristiana, nel commentare l’inchiesta pubblicata sul settimanale cattolico che riguarda l’acquisto incomprensibile di 131 caccia aerei di combattimento d’attacco. “Bugie d’alta quota” visto il lievitare dei costi della fornitura che non ha doppiamente senso: uno, perché l’Italia non attaccherà mai nessuno; due perché in tempi di crisi e spending review impegnare l’equivalente di una finanziaria lacrime e sangue per soddisfare gli appetiti dell’industri abellica è un controsenso mica da ridere. Spiega bene l’articolo: “L'aumento è notevole: da 80 a 127,3 milioni di dollari per aereo. Se va bene. Perché in una variante più sofisticata si arriva a 137,1 milioni per velivolo. Gli F-35 sono aerei prodotti dal colosso statunitense Lockheed Martin. Chi li costruisce e chi li compra li definisce pudicamente mezzi multiruolo. In realtà sono aerei versatili che possono sia difendere (comportandosi dunque da caccia) che attaccare (alla stregua di veri e propri bombardieri; magari portando anche ordigni nucleari). Soprattutto sono pozzi senza fondo. Costano un occhio della testa”. La querelle si trascina avanti da tempo, con marce indietro annunciate dal governo e silenziosi salti in avanti per confermare la commessa miliardaria, che altri paesi Nato hanno peraltro già rimpicciolito, se non disdetto: Olanda, Australia, Norvegia, Canada. Per non dimenticare che questi F35 sono ritenuti difettosi ed eccessivamente costosi dal Gao (Government Accountability Office degli Stati Uniti d'America: un organo equiparabile alla nostra Corte dei Conti) che riguardo gli F-35 ha dichiarato: “dopo oltre nove anni di progettazione e di sviluppo e altri quattro di produzione, il programma Jsf (Joint Strike Fighter, ndr) non ha ancora dimostrato di essere affidabile”. Prosegue Famiglia Cristiana: “Nel febbraio-marzo  2012, i vertici politici della Difesa sostenevano con determinazione che il prezzo unitario sarebbe stato di 80 milioni di dollari, non un centesimo di più. Dai dati ufficiali forniti dal generale Debertolis, invece, si evince come il progetto F-35 veda crescere costantemente le spese rispetto a quanto ipotizzato all'inizio, analogamente come è già avvenuto nel passato per altri aerei (a suo tempo il Tornado e poi l'Eurofighter). Sarebbe ora che il Governo e il Parlamento mostrassero senso di responsabilità almeno nei confronti dei cittadini italiani costretti a forti tagli e a grandi sacrifici rivedendo la propria decisione”. Non possiamo che indignarci per un simile spreco di denaro pubblico per alimentare l’industria bellica americana, da cui non si ricaverà nemmeno un punto di Pil per l’industria italiana.

domenica 21 ottobre 2012

L'AVVOCATO SEVERINO PENSA BENE AL SUO FUTURO

l'AVVOCATO pAOLA SEVERINO, INCIDENTALMENTE PRO TEMPORE MINISTRO DELLA GIUSTIZIA FINO ALLE PROSSIME ELEZIONI PRIMAVERILI, HA GIA' PENSATO AL BENE PROPRIO E DEI SUOI ASSISTITI, VARIEGATAMENTE COINVOLTI IN AZIONI POLITICHE PASSIBILI DI CRIMINALIZZAZIONE. COME?

BASTA DARE UNA SCORSA DISTRATTA ALLA NUOVA LEGGE ANTICORRUZIONE. NON CI VUOLE MOLTA APPLICAZIONE.
PER I PARTICOLARI, BASTA LEGGERE LE PAROLE DI DAVIGO A IL FATTO QUOTIDIANO:

Dottor Davigo, cosa la stupisce di più di questa legge?
Direi il fatto che hanno dimezzato le pene previste nel caso di concussione per induzione. Perché l’hanno fatto?
L’Ocse chiedeva da tempo all’Italia di punire il privato che paga il pubblico ufficiale, cioè il concussore, e questa legge lo prevede. Non basta?
No, perché così si aggira soltanto l’obbligo di punire chi dà denaro al funzionario pubblico, traendone vantaggi. Il concusso (concussore, ndr) alla fine la fa franca. Viene punito, ma la pena è ridotta. E le norme favorevoli sono retroattive.

Con il risultato che molti processi in Cassazione verranno annullati.

Meglio eliminare la retroattività?No, meglio non ridurre le pene!
Quanto ci manca per essere conformi alle richieste dell’Europa?
Non so cosa fosse ottenibile, ma di certo l’Italia è ancora molto indietro rispetto agli altri Paesi europei. Se solo ci fosse la volontà, basterebbe procedere in modo molto più semplice, copiando le convenzioni internazionali. Così saremmo conformi di sicuro.
Cosa cambia per quanto riguarda il traffico di influenze, cioè quando i potenti si mettono d’accordo per darsi un aiuto (illecito) reciproco?
In questo caso il vero problema è che la pena edittale prevista per questo reato (cioè la reclusione a tre anni) non consente le intercettazioni telefoniche. Ma come pensano di scovare questi reati? Li scopriremo solo se ce li verranno a raccontare.
Almeno, però, hanno aumentato i termini per la prescrizione da 7 anni e mezzo a 11 per i reati di corruzione, concussione per induzione e traffico di influenze. Basterà per terminare in tempo i processi?
C’è un equivoco di fondo. Non sono i termini di prescrizione a essere necessariamente troppo brevi, il problema è che in Italia la prescrizione comincia a decorrere non dalla scoperta del reato, ma da quando il reato è stato commesso. E di solito non si becca il criminale in flagrante. E’ ridicolo: in altri paesi, una volta che il processo comincia, i termini per la prescrizione non decorrono più. Poi c’è un’altra questione.
Quale?
Da noi ci sono 35 mila fattispecie di reati penali, e invece di ridurle, questa legge le ha ulteriormente aumentate. Rendiamoci conto che anche se abolissimo il 90 per cento dei reati, ne resterebbero ancora migliaia.
Forse però andrebbe introdotto il reato di autoriciclaggio. Oggi quelli che, ricevute le mazzette, usano i soldi per acquisti e investimenti, non vengono puniti.
Il ministro Severino ha detto che non voleva ritardare i tempi del disegno di legge, che se ne occuperà a parte. Forse ha ragione. Però noto che l’autoriciclaggio è stato inserito nella lista dei reati persino in Vaticano…
Hanno anche evitato di reintrodurre il falso in bilancio, cancellato dal governo Berlusconi.
Lasciamo stare, l’elenco di quello che manca è infinito.
Cosa pensa invece dell’incandidabilità? I condannati in via definitiva a pene superiori ai 2 anni dovranno mollare la poltrona.
Già. Peccato che oltre il 90 per cento delle condanne, anche quelle per concussione, tra rito abbreviato e attenuanti generiche vanno pesantemente sotto i due anni. E poi basta che uno patteggi per evitare la condanna. E quindi l’incandidabilità.

TRA I CLIENTI DI PAOLA SEVERINO: GIOVANNI ACAMPORA, ROMANO PRODI, FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE, CESARE GERONZI, GAETANO GIFUNI, ENI, TELECOM.

 “Qui nessuno favorisce i corrotti, tant’è che voglio riformare la prescrizione”. Così il ministro della Giustizia Paola Severino difende, in una intervista a Repubblica il testo appena approvato al Senato con il voto di fiducia. Il Guardasigilli respinge le critiche al testo e annuncia che saranno predisposte altre leggi anti-corruzione.

SIGNOR MINISTRO, SE VOLEVA RIFORMARE LA PRESCIZIONE, CI POTEVA FAR SAPERE IN CHE SENSO: PER NON DOVREBBERO ALLUNGARSI, MA PER LEI NON SI SA. E SE VOLEVA FARLO, BASTAVA AGGIUNGERE UN ARTICOLO ALLA LEGGE APPENA FATTA. DELLE PROMESSE SAPPIAMO CHE RIMARRANNO LETTERA MORTA.

MA SI SA UNA DELLE TRAGEDIE ITALIANE SONO I 130 AVVOCATI SEDUTI IN PARLAMENTO CHE NON RIESCONO MAI A SCRIVERE LEGGI CHIARE E CERTE ... A PROPOSITO, SIGNORA SEVERINO, MA A FARE LEGGI DEL GENERE NON SI SENTE UN PO' IN CONFLITTO DI INTERESSI?

QUELLO VERO, NON QUELLO DESCRITTO NELLA COMICA LEGGE FRATTINI DEL 2004.

LA GESTIONE POLITICA DEL PD DI BANCA MPS

Pubblichiamo da www.ilcittadinoonline.it un articolo di Red:

SIENA. Importanti sviluppi dell’inchiesta Antonveneta arrivano in queste ore. Secondo l’Ansa gli indagati iscritti nel registro sono i componenti del Collegio sindacale di banca MPS presenti nel 2007. Tommaso di Tanno, presidente, Leonardo Pizzichi e Pietro Fabbretti. Insieme con loro non viene confermato Antonio Vigni, all’epoca direttore Generale dell’istituto, carica che ha mantenuto fino alla fine del 2011. In questi giorni sono  stati sentiti anche - come persone informate dei fatti - i due ex-sindaci Maurizio Cenni e Franco Ceccuzzi, nonchè l'ex-presidente della Provincia, Fabio Ceccherini.
Confermiamo tuttavia il riserbo più assoluto dell’autorità giudiziaria, che sembra muoversi con i piedi di piombo e sta verificando l’enorme massa di documenti sequestrati dal 9 maggio a oggi. Proprio nell’assemblea primaverile che ne ha sancito l’uscita dal Collegio dei revisori, Di Tanno fece una affermazione - a un socio che gliene chiedeva conto - di grande importanza: “Il valore patrimoniale della banca (Antonveneta) era di 2,3 miliardi e fu acquistata per 9 miliardi. Non entro nel merito se il prezzo di 9 fosse appropriato...”. Tanto probabilmente è bastato alla Procura per dare improvvisamente corpo alla serie di illazioni che si stanno facendo da diversi anni sulla reale portata dell’operazione che, in facciata, voleva realizzare il sogno di trasformare il Monte dei Paschi in una grande banca nazionale, incorporando l’ultimo istituto di una certa dimensione presente sul mercato e sfilandolo di mano al proprietario straniero, che era venuto a curiosare nelle italiche storie di banche e di potere. Si salvava probabilmente anche così una raccolta di documenti compromettenti che partivano dal Banco Ambrosiano di Calvi al tentativo di scalata di Consorte. Ora ci dicono che nel vorticoso giro di denaro generato dall’acquisizione (perché i passaggi per realizzare la cosa non sono semplici come una compravendita di terreni), sarebbero usciti i soldi per sistemare i conti dissestati di PDS e poi DS, addirittura un miliardo. Un partito che, in nome della privacy, pur essendo un ente senza scopo di lucro e senza reddito, non ha mai spiegato a nessuno come abbia fatto a saldare i conti; e si che il suo tesoriere Sposetti, quando c’era da piangere, aveva affermato che “nel 2001 c’erano 580 milioni di debiti”. Sarà tutto merito delle Feste dell’Unità esentasse? Naturalmente l’eco di tutti questi avvenimenti è arrivato all’estero. Perfino il Financial Times si è detto d’accordo che MPS è la realizzazione di un sistema di potere basato su un semplice “scambiarsi soldi tra amici”, costruito in 500 anni di rapporti simbiotici con il territorio, la politica e una certa imprenditoria. Oggi il quotidiano britannico paventa la “nazionalizzazione totale o parziale”, dimostrando di essere ancora possibilista o un po’ ingenuo nelle valutazioni del futuro di Rocca Salimbeni. Financial Times, come Wall Street Journal e Der Spiegel sono sicuri che sia stato l’acquisto di Antonveneta il punto di non ritorno di MPS, con tutti gli annessi e connessi del caso. Solo un uomo è ancora convinto che i problemi non vengono da lì, ma solo dai 27 miliardi di titoli di Stato decennali giacenti in portafoglio (che furono comprati per cercare fonti “sicure” di guadagno nel tentativo di ripagare l’enorme debito fatto per l’ingordigia di pochi): Alessandro Profumo. Erano in tanti a sentirlo quando l’ha detto, e c’è in giro anche un filmato che lo comprova. Non sarebbe caso di cambiare idea, prima che qualcuno (oltre Lannutti), cominci a chiedere le sue dimissioni?

http://www.ilcittadinoonline.it/news/153371/Gli_echi_dell_affaire_Antonveneta_arrivano_ovunque_.html

domenica 14 ottobre 2012

MESSINA: ADDIO SOGNI DI GLORIA

Finalmente e definitivamente archiviato dal governo Monti il megagalattico e inutilizzabile progetto del Ponte di Messina. Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente: “Finalmente archiviato il faraonico quanto inutile (e dannoso) progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Bene ha fatto il Governo a mettere la parola fine a questa farsa che non è servita ad altro che a sperperare i soldi pubblici. Per bloccare questo sperpero, vista anche la penale di 300 milioni di euro da pagare per aver cancellato il progetto, si sciolga immediatamente la società Stretto di Messina, che pesa ancora sulle nostre tasche perché in attesa di scioglimento sin dal governo Prodi, e che altrimenti rischiamo di dover finanziare anche in futuro”. In effetti la società, guidata dal presidente Anas Pietro Ciucci per volontà dell’ex presidente del Consiglio Berluskazz, è stata in tutti questi anni il prototipo perfetto dell’azienda-veicolo della politica per dirottare quattrini dei contribuenti verso clientele e potentati: anche la penale di 300 milioni sarà un guadagno netto per Eurolink, la società creata dall’ATI guidata da Impregilo, il Contraente Generale che aveva firmato l’accordo con il ministro Altero Matteoli.

Nella decisione del governo devono aver inciso anche le scosse del terremoto notturno del  28 e 29 settembre vicino a Scilla, dopo il quale un appello era stato lanciato anche dal Wwf: “Forse è giunto il momento  che il Governo dei tecnici colga l'occasione per porre  fine alla scandalosa "avventura" del ponte sullo Stretto di Messina, utilizzando gli 8,5 miliardi di euro previsti per la sua costruzione per l'adeguamento antisismico delle aree metropolitane di Reggio Calabria e Messina e la messa in sicurezza del gravissimo dissesto idrogeologico, aggravato da un'estate di fuoco devastante”. Scongiurato così anche lo spettro dell’emigrazione per le famiglie dei dipendenti marittimi del sistema dei traghetti che collegano Reggio Calabria a Messina, visto che i soldi dell’appalto pubblico sarebbero rimasti in tasca ai contractors come gli eventuali pedaggi ipotizzati per passare dal Continente alla Sicilia e viceversa. Aldilà dei problemi forse irrisolvibili di natura tecnica per la realizzazione dell’opera – una campata unica stradale e ferroviaria lunga come nessun’altra la mondo in una situazione sismica unica con 6 terremoti catastrofici in appena due secoli – i costi di realizzazione e manutenzione dell’opera sarebbero stati talmente enormi e impossibili da sostenere che in appena pochi anni il manufatto sarebbe stato abbandonato al suo destino, viste le ingenti risorse che avrebbe drenato al bilancio dello Stato.

sabato 13 ottobre 2012

IL COCCODRILLO DI FUKUSHIMA

Nello scorso luglio la Tepco si era dichiarata responsabile del disastro combinato avvenuto nella sua centrale nucleare di Fukushima-Daichi l’11 marzo 2011. Ieri, 12 ottobre 2012, la stessa compagnia elettrica ha emesso un documento-comunicato (Fundamental policy for the reform of the Tepco Nuclear Power Organization) con cui spiega i motivi.gli impianti oggetto del disastro, alla faccia della mitica organizzazione nipponica, NON erano a norma. Clamorosa inversione di atteggiamento da parte dell’azienda, la più grande compagnia elettrica giapponese, ma nonostante questo già praticamente fallita senza il sostegno obbligato del governo (solo l’impossibilità di far mancare il controllo tecnico alle centrali nucleari in funzione è buona ragione per non chiudere la società). Il documento, che tutti possono leggere, contiene affermazioni di grave responsabilità: Ripensando all'incidente, il problema è stato che non erano stati compiuti preparativi. Avremmo potuto prendere misure necessarie valutando precedenti tsunami? Sarebbe stato possibile fare qualcosa per adottare misure di sicurezza più vincolanti. C'era una paura latente di una chiusura fino alla messa in opera di quelle misure draconiane di sicurezza (pag. 7)”.La Nuclear Reform Special Task Force che ha redatto il documento spiega anche che  la Tepco temeva che gli sforzi di ammodernamento delle centrali per proteggerle da incidenti gravi come quello che si è poi verificato scatenassero sentimenti anti nucleari. Fino a ieri, contrariamente a quanto sostenuto da organizzazioni antinucleariste ed esperti mondiali, la compagnia elettrica aveva sempre sostenuto che l'impianto di Fukushima era ben preparato tanto per l’evento catastrofico, quanto per la gestione della crisi. Ora si ammette di aver sempre saputo che sarebbero stati necessari dei miglioramenti, comporta tanti il blocco temporaneo dei reattori e della produzione di energia elettrica, con rilevantissimi danni economici agli azionisti e ricadute politiche contro il governo e il mondo politico in generale che aveva scelto il nucleare come motore dello sviluppo economico del paese fin dagli anni ‘50. “Il rimorso è ancora più profondo” scrive adesso la Tepco che esprime determinazione a “non permettere che un grave incidente accada, non importa a fronte di quale situazione” visto che hanno ancora da salvare l’impianto gemello di Fukushima 2 e una terza centrale da un’altra parte del Giappone. Rifugiandosi ancora una volta dietro ad altri “errori nucleari” del passato umano, con la volontà di “comunicare al mondo la lezione imparata a Hiroshima”. La morale che si può trarre da tutta questa storia, a cui si devono aggiungere un anno e mezzo di omissioni e bugie propalate dal governo giapponese per nascondere ai suoi cittadini per primi e al resto del mondo la reale gravità dell’accaduto dell’ 11 marzo 2011, è che l’avidità umana non ha confini e, con ragionamenti scientifici, arriva anche a negare il pericolo in nome del profitto e dell’arrivismo carrieristico dei suoi protagonisti nelle imprese industriali. Situazioni in cui si riesce a esporre milioni di persone a rischi nucleari continui, o a lasciare che i 250.000 abitanti dell’area vasta di Taranto siano rimasti privi di protezione sanitaria per tanti decenni, come accaduto con l’Ilva, come se non si sapesse dei miliardi spesi dai tedeschi per mettere in sicurezza le proprie acciaierie, come non si conoscesse la letteratura mondiale medica sull’argomento, per i danni che ha già provocato nei paesi avanzati come Gran Bretagna e USA e che oggi si ripetono in Cina e India. Tepco fa gravissima ammissione di colpa, anche per salvare il suo business, altro che …