L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

martedì 4 settembre 2012

NUCLEARE DISASTRO CONTINUO

Nessuno aveva avvertito il popolo giapponese che la fine dell’era nucleare nel paese, con la chiusura delle 54 centrali atomiche per la produzione di energia elettrica dopo il disastro di Fukushima, non avrebbe chiuso un capitolo ma ne avrebbe aperto un altro altrettanto pericoloso per il futuro della terra. Infatti rimarrà il problema irrisolvibile delle scorie nucleari, circa 14.000 tonnellate di materiale radioattivo che nessuno, in tutto il mondo, sa come smaltire. Il governo giapponese avrebbe - con una alzata d’ingegno subito bacchettata dagli scienziati - deciso di seppellire tutto questo materiale. Impresa non facile in un paese dove i terremoti sono all’ordine del giorno e potrebbero causare disastri impensabili. Perché le forze della natura non si possono controllare, come lo tsunami di Fukushima-Daichi ha tristemente insegnato a tutti. Finora le scorie venivano riprocessate, un metodo che ne permetteva la riduzione quantitativa e il recupero di parte del materiale per rimandarlo in centrale a produrre energia. Il Giappone non sa neppure dove stoccare il materiale radioattivo da riprocessare: l’impianto studiato per questo, Rokkasho, venti anni di lavoro non ancora conclusi per una spesa di 20 miliardi di dollari, non è ancora in funzione.
Per gli scienziati del MIT (Massachussets Institute of Technology), che non sono ancora riusciti a risolvere il problema per gli Stati Uniti d’America, sarebbe sempre meglio conservare le scorie in superficie, in strutture appositamente realizzate: più sicuro che sotterrarle. Il Giappone ha anche il problema della densità di popolazione: è impossibile, nelle sue isole, trovare località sufficientemente remote da non far preoccupare la popolazione per un deposito simile a cielo aperto. Senza politica energetica e, si stima tra 4 anni, senza spazi per depositi per le scorie. Non un gran futuro aspetta i governanti e il popolo giapponese. Il problema, chiaramente, non è esclusivamente nipponico o americano. In Svizzera un cantone lotta contro il governo federale che progetta un deposito di scorie radioattive in uno strato profondo del monte Wallenberg. La Francia sogna depositi nucleari nelle profondità oceaniche. In Italia il Ministro per lo Sviluppo Economico Passera si è detto fiducioso in una soluzione perché i Comuni offriranno i loro terreni. Intanto, causa terremoto, hanno dovuto scartare la prima area proposta, ovvero l’Emilia Romagna (il frettoloso e sbagliato studio della Sogin a proposito non ha portato bene alla lobby dei nuclearisti, anzi). Ancora Giappone e USA stanno progettando di costruire un megadeposito nel paese a più bassa densità di popolazione del mondo, la Mongolia. Anche perchè appena al di là del confine russo, esistono i siti di stoccaggio della seconda potenza nucleare della Terra. Mine vaganti incontrollabili per la salute dell’umanità: ma qualcuno aveva avvertito i popoli che, per far guadagnare montagne di soldi ai soliti ricconi, si correva il rischio di una autodistruzione di massa del genere umano? 

domenica 2 settembre 2012

GRECIA - ITALIA 1 - 0

Si rende noto che " lunedì sarà finalizzato l'accordo fra il governo di Atene e le autorità elvetiche in base al quale i conti dei cittadini ellenici occultati nelle banche svizzere saranno tassati e le casse statali greche potranno recuperare fra i 4 e i 6 miliardi di euro. Lo riferisce l'autorevole quotidiano To Vima (La Tribuna). L'accordo - come ha scritto anche il settimanale tedesco Der Spiegel - ricalcherà quelli già firmati da Atene con i governi di Berlino e di Londra. E l'Italia? Ai parlamentari italiani forse non piace recuperare i soldi degli evasori all'estero in questo momento così difficile per il paese?" 

Vittorio Da Rold - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/Hywx4

La domanda è, ovviamente, retorica. Tra i parlamentari italiani ce ne sono moltissimi che hanno interesse a che in Svizzera non ci si dia nemmeno un'occhiatina di sfuggita ...

Monti che non ci sei, vieni e batti un colpo, sfaticato!

IL DISSALATORE DI GAZA

A Gaza si morirà di sete se non si costruirà al più presto un dissalatore che produca acqua potabile per 1.500.000 abitanti che, insieme a Israele ed Egitto stanno seccando l'unica falda acquifera della regione. Dove piove pochissimo, tra l'altro.

IDEA: per finanziare i 500 milioni di dollari che occorrono (c'è da realizzare anche un apposita centrale elettrica speriamo con il fotovoltaico, stavolta e non a carbone) perchè non usare le donazioni dei paesi arabi che Hamas riceve per comprare armi?