L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

sabato 25 febbraio 2012

LIVE NELSON MANDELA



Nelson Mandela, pur se arrivato alla bella età di 93 anni, e viste le condizioni umane e sociali che ha attraversato in quasi un secolo sembra un miracolo di longevità, è stato ricoverato in ospedale per dolori addominali e nella notte scorsa sarebbe stato sottoposto ad intervento chirurgico, ma ora la sua salute è stata dichiarata in "buone condizioni". Gli auguri di Lexdc, che ricorda ancora la commozione del giorno in cui, in diretta televisiva, lo vide uscire dal carcere dove l'Apartheid, allora in vigore in Sudafrica, lo aveva isolato, temendolo, nella speranza che il mondo si dimenticasse di lui e della discriminazione razziale.  

OPINIONI SUL GOVERNO MONTI

A scanso di equivoci, Lexdc rende nota una nostra precisa posizione politica. Qui siamo contro il governo Monti, da noi ritenuto solo la faccia presentabile del regime pubblicitario. Riteniamo che le critiche fatte dalla stampa del regime siano solo esercizi di maniera che servono a creare una "finta" cortina di separazione tra il vecchio e il nuovo governo, che in realtà sta facendo le stesse cose che avrebbe fatto il Berluskazz sorretto dalla Lega nord, che gli dava spago solo per aumentare la confusione e il disprezzo dell'unità nei sentimenti dei cittadini italiani al fine di accellerare la disgregazione dello stato unitario. Infatti una volta fuori dalle stanze del palazzo romano si sono affrettati a fare una conversione a 180 gradi: la cosa peggiore sarebbe per loro se le riforme Monti, in un clima di chiarezza politica e nazionale e se pur contestate, avessero successo. Cornuti e mazziati...

43 MILIONI? AH, ROMA LADRONA LA LEGA E' MAGNONA!

EFFETTO MONTI  e via tutti i mangioni di stato del governo berlsukazz, compresi i ministri LEGHISTI che tanto menavano il can per l'aia e poi ERANO UGUALI AGLI ALTRI BUNGA BUNGA DEL REGIME PUBBLICITARIO.

"In tre mesi, palazzo Chigi ha risparmiato oltre 43 milioni di euro. “Sono state conseguite diverse riduzioni dei costi”, si spiega, “-4 milioni di euro per i dipendenti nelle strutture generali stabili (blocco del turnover, congelamento dei contratti, pensionamenti); -12,2 milioni di euro per gli uffici di diretta collaborazione relativi al presidente, ai ministri senza portafoglio e ai sottosegretari presso la presidenza del Consiglio. In questi uffici si registra una riduzione di 241 unità in termini di personale addetto; -2,3 milioni di euro per le strutture di missione, con una riduzione di 51 unità di personale; -750mila euro per esperti e consulenti, il cui numero complessivo è diminuito di 99 unita”‘.

Ancora, “per quanto riguarda i trasporti aerei di Stato, c’è stata una contrazione significativa dei voli pari al 92%, con un risparmio complessivo di 23,5 milioni. Infine, nel servizio automezzi il risparmio ammonta a circa 270mila euro, su base annua”.

MR. MONTI si dia da fare di più: risparmiare SOLO sul lusso sfrenato del governo Berluskazz è troppo facile, da quanto erano magna magna i bunga bunga! 

venerdì 24 febbraio 2012

IL BALZELLO RAI MONTI NON SE L'E' RIMANGIATO!

Abbiamo il timore che la RAI abbia fatto finta di rimangiarsi l’assurda pretesa del pagamento del canone speciale Rai perché nel frattempo continua ad inviare minacciose ingiunzioni ai cittadini, e che le voci di giubilo lanciate dopo il comunicato di Viale Mazzini siano fuori luogo. Anche dopo il confronto con il ministro Passera. Cosa dice la RAI: "La Rai non ha mai richiesto il pagamento del canone per il mero possesso di un personal computer - fanno sapere da Viale Mazzini - La lettera inviata dalla Direzione Abbonamenti Rai si riferisce al canone speciale dovuto nel caso in cui i computer siano utilizzati come televisori, fermo restando che il canone speciale non va corrisposto nel caso in cui tali imprese, società ed enti abbiano già pagato il canone ordinario per il possesso di tv". Prosegue la puntualizzazione: "Ciò quindi limita il campo di applicazione del tributo ad una utilizzazione molto specifica del computer rispetto a quanto previsto in altri Paesi europei per i loro broadcaster (Bbc) che nella richiesta del canone hanno inserito tra gli apparecchi atti o adattabili alla ricezione radiotelevisiva, oltre alla televisione, il possesso dei computer collegati alla Rete, i tablet e gli smartphone. Si ribadisce pertanto che in Italia il canone ordinario deve essere pagato solo per il possesso di un televisore". La pretesa avanzata  non è assolutamente limitata alle sole aziende, ma riguarda anche le famiglie. Non hai il televisore, hai il computer? Quindi devi pagare. Anche se possiedi il tablet o lo smart phone. Fino a qualche tempo fa la televisione di Stato sosteneva che bastava essere in possesso di un sistema di ricezione, ora invece si pretendono soldi solo se è stato effettivamente adattato. I terminali ovviamente sono tutti adattati. Tutto è cambiato per un errore commesso dall’attuale governo, che ha inserito, spinto dalla lobby Rai, l’articolo 17 nel decreto “Salva Italia”. L’interrogazione parlamentare del senatore Gian Carlo Sangalli al ministro Passera vuole sottolineare che occorre che sia il governo (non la RAI) a pronunciarsi in merito alla legittimità o meno della richiesta della corresponsione dell’abbonamento speciale Rai in relazione al possesso di strumenti di lavoro che l’evoluzione tecnologica ha reso atti o adattabili alla trasmissione di programmi televisivi. E occorre altresì che sia il governo (non la RAI) a fare chiarezza circa l’opportunità del pagamento qualora tali strumenti non fossero utilizzati a scopo di intrattenimento ma siano soltanto funzionali all’attività di impresa. E il governo Monti, dopo due giorni, ha fatto solo spallucce: la tireranno alla lunga pensando di prendere i soldi dalle tasche degli italiani per stanchezza?
 

martedì 21 febbraio 2012

IL BALZELLO RAI SU TUTTI I PC, CELLULARI E TABLET

Come al solito la cattiva politica non molla, dice una cosa, ne fa un'altra e della terza ne apprendiamo le conseguenze solo a giochi fatti. Nel decreto salva Italia del governo Monti, la lobby televisiva, dopo aver sperperato i quattrini gentilmente concessi dallo Stato, ha trovato la sponda per un nuovo balzello sulla pelle di tutti gli italiani. Sta così infuriando la polemica sul web alla notizia, del 16 febbraio scorso, che la RAI pretende il pagamento del canone per Pc, cellulari e tablet ed ogni dispositivo adattabile al ricevimento del segnale televisivo fuori dall’ambito familiare (per quello il canone c’è, e come!). A nulla sono valsi gli interpelli all’Agenzia delle Entrate e le interrogazioni parlamentari al ministero dello Sviluppo economico. Non è arrivata nessuna risposta circa il fatto che le aziende debbano pagare il canone, a volte salatissimo, per il solo fatto di utilizzare Pc. Infatti l’art 17 del decreto in causa permette alla Rai l’applicazione del regio decreto 246 del 21 febbraio 1938 (74 anni fa!) che prevede il pagamento della tassa per “chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni”. Si tratta per la Rai di incassare un miliardo di euro, che le permetterà di dare 300.000,00 euro per una comparsata di Celentano a Sanremo, pagare fior di quattrini intrattenitori come Bruno Vespa (1,2 milioni di euro secondo l’Espresso nel 2010), dare 500.000,00 al presidente Garimberti, oltre 700.000,00 (l’anno, ovviamente, per tutti) al direttore generale di turno e pagare quello appena defenestrato e lasciato in corridoio senza far niente, e via dicendo. La prossima tappa della Rai sarà di estendere il pagamento del canone dai computer, cellulari e tablet delle aziende a quello, ancora più numeroso, dei privati cittadini. La legge lo permette: quando finirà la campagna pubblicitaria in corso per indurre le aziende a versare il balzello ne vedremo delle belle. Alla fine ne viene fuori che il sig. Monti è trasparente come il NERO DI SEPPIA e si conferma protagonista nell'arte di imbrogliare gli italiani, come tutti i suoi predecessori.  

domenica 19 febbraio 2012

IL PROCESSO ALL'ILVA, I MORTI E L'INQUINAMENTO

Le indagini sono partite tre anni fa, dopo un esposto per il ritrovamento nei formaggi, in particolare nelle parti grasse, provenienti da allevamenti situati nell'area dello stabilimento ILVA di Taranto DI PERICOLOSE TRACCE DI SOSTANZE INQUINANTI. La maxi perizia fisico chimica avrebbe dimostrato la correlazione tra le emissioni dello stabilimento in particolare DIOSSINA poi POLICLOROBIFENILI e BENZOAPIRENE e la contaminazione di terreni e animali, che già hanno visto abbattimenti negli anni scorsi di migliaia di capi. Il numero eccessivo di tumori e malattie presente nell'area di Taranto è stato oggetto negli anni di indagini anche televisive che non hanno portato a risultati concreti, stante la connivenza della classe politica tarantina, complice la sottomissione delle autorità ASL preposte, con la proprietà dell'acciaieria. Una banalissima inchiesta di sofisticazione alimentare ha invece portato alla sbarra Emilio Riva, padre padrone dello stabilimento. Una seconda perizia medico epidemiologica dovrà stabiliere la connessione eventuale proprio con le patologie mediche presenti sul territorio e sarà consegnata al tribunale il prossimo 1o marzo. La presenza di giovani e cittadini alla prima udienza è stata massiccia.  Già da tempo decine di movimenti avevano dato il via ad importanti campagne di sensibilizzazione sul tema dell’inquinamento e ieri si sono ritrovati tutti insieme davanti al Tribunale di Taranto: perché non si può impedire a chi per anni ha tollerato quel fumo nero che entra nei polmoni e uccide di essere arrabbiato. 

sabato 18 febbraio 2012

GUERRA TRA ANIMALISTI E CACCIATORI

La guerra continua tra le associazioni venatorie contro le associazioni ambientaliste italiane prosegue a colpi di leggi, tribunali e ricorsi. La commissione Politiche economiche della Regione Emilia-Romagna ha deciso di sospendere l'esame del calendario venatorio 2012-2015 “vista la sentenza della Corte Costituzionale n.20/2012 che, di fatto, rende costituzionalmente illegittima la legge regionale 39/10 della Regione Abruzzo sul calendario venatorio”. Animalisti italiani, Enpa Lac, Lav, Legambiente; Lipu-BirdLife Italia; Vas Verdi ambiente e società e Wwf cantano vittoria. Si afferma così che i tentativi delle regioni di allentare o di alterare i vincoli delle regolamentazioni delle Direttive Europee in favore dei cacciatori sono inutili. Animalisti ed ambientalisti “sottolineano che la decisione dell'Emilia Romagna è rispettosa del diritto ed è una delle prime conseguenze della fondamentale sentenza della Corte Costituzionale, la prima sulla materia. Sebbene si riferisca in particolare alla legge della regione Abruzzo la sentenza ha una esplicita portata complessiva e va a bocciare ogni Regione che abbia inteso o intenda prevedere il calendario venatorio mediante una legge provvedimento, come l'Emilia-Romagna stava facendo, affermando invece l'obbligo di emanarlo esclusivamente con la forma dell'atto amministrativo. Ci aspettiamo ora un altrettanto celere rispetto del diritto anche da Regioni come Lombardia, Liguria, Toscana, Marche, Friuli-Venezia Giulia e dalle Province autonome di Trento e Bolzano, affinché si adeguino velocemente ed evitino così lunghi, costosi ed inevitabili provvedimenti di impugnazione”.  

venerdì 17 febbraio 2012

CATTIVO SEGNALE? PAGA IL CANONE LO STESSO!

Ancora lavori in corso per la ricezione dei canali del digitale terrestre in tutta la Toscana e la provincia di Siena non fa eccezione. Dall’inizio dello switch off si sono contate 613 segnalazioni provenienti da tutti i 287 comuni toscani, e si stima che in 28 comuni (per un totale di 40 ripetitori) si dovranno fare interventi radicali di nuova digitalizzazione. Situazione ancora difficile in Mugello e generalmente in tutte le aree montane in particolare Cetona e Gaiole in Chianti per quanto riguarda la nostra provincia, compresa l’Amiata. Sembrerà strano, ma la situazione è difficile anche nella Valdichiana, a causa del fermo imposto al ripetitore di Monte Peglia (Umbria). Dopo i primi giorni di segnale accettabile, molte segnalazioni sono arrivate da Sinalunga. Addirittura in certe zone, anche del lato aretino, il segnale sembra scomparso e la colpa non è sempre della cattiva ricezione dei televisori o del puntamento sbagliato delle antenne. Anche in città a Siena, prima della nevicata, si sono registrati diversi problemi di ricezione del segnale. In particolare quasi tutti i giorni spariscono in gran parte delle abitazioni tutti i segnali dei canali della Rai per lungo tempo. Mentre durante la visione dei programmi può tranquillamente capitare che l’immagine si blocchi mentre l’audio continua a scorrere, o che addirittura il video si sgrani in tanti quadretti scomposti. Meno male che la tecnologia doveva migliorare la qualità della nostra vita! Situazioni difficili aperte alla fine di gennaio 2012: secondo il presidente dell’Uncem (Unione comuni montani) della Toscana in tutta la regione ci sono ancora 58 ripetitori da attivare, ma è probabile che manchino i soldi. Valdisieve: a Londa niente tv pubblica da due settimane per mancata assegnazione del ripetitore. Arezzo: Federconsumatori cittadini pronti a autoriduzione del canone, Rai al buio in città per 5000 cittadini. Monte Cetona: prove in corso per tentare di dare un segnale accettabile. Proprio perché il problema più grande rimane la cattiva ricezione dei canali Rai, molti utenti hanno protestato e qualcuno ha anche invocato la minaccia di non pagare il canone. Per reagire contro questa possibilità data ai cittadini l’ultima riforma del sistema televisivo e, in generale, delle telecomunicazioni chiamata legge Gasparri ha confermato l’obbligatorietà del pagamento non per l’uso ma per il possesso di televisori. Ma a cosa serve il canone? Premesso che, dalla sua introduzione a oggi, questa tassa ha cambiato significato più volte, la legge del 2004 voluta dal governo Berlusconi in questo è stata molto esplicita. Il pagamento del canone serve a mettere in vantaggio la Rai nei confronti della concorrenza nel reperire le risorse economiche per la conduzione aziendale. Per questo lo squilibrio creato artificialmente dalla legge deve essere aggiustato. Da chi? dalla legge stessa. Infatti alla Rai viene messo un tetto alla raccolta pubblicitaria, per cui non importa quanta audience l’emittente di Stato raccolga o meno. Arrivata a una certa quantità di soldi incassati dagli inserzionisti non può accettare altri investimenti pubblicitari, che così devono per forza essere dirottati verso le altre emittenti, tra le quali Mediaset fa ovviamente la parte del leone introitando la stragrande percentuale degli investimenti delle aziende (o dello Stato stesso attraverso la sua pubblicità istituzionale). Anzi. La legge Gasparri, con un meccanismo chiamato Sic (sistema integrato delle comunicazioni), mette nello stesso calderone la raccolta pubblicitaria televisiva e quella degli altri media (stampa, cinema, affissioni, ecc): di fatto i numeri ci dicono che Mediaset è in posizione dominante, quasi monopolistica, sempre più stringente dal 2004 a oggi e che, artatamente, le risorse verso i media alternativi alla televisione, sono artificialmente drenati verso il media principale del nostro tempo . Chi ci viene a raccontare che l’Italia vive in un sistema economico liberista dove comanda il mercato, ci fa sbellicare dalle risate: che si dividano la torta pubblicitaria senza farci pagare nulla. Qualcuno, già ricco, lo sarebbe un po’ meno, qualche cantante o attore (o calciatore)prenderebbe ingaggi più leggeri, ma in tasca a moltissime famiglie rimarrebbero i soldini del canone risparmiato.  

mercoledì 15 febbraio 2012

LA PAURA DELL'INCIDENTE NUCLEARE IN SVIZZERA

Ticinolive.ch, il nostro omologo appena al di là del confine di Chiasso, ha pubblicato la seguente notizia: “La Confederazione e i cantoni hanno trasmesso un dossier informativo a oltre un milione di persone che abitano nei pressi delle centrali nucleari svizzere: Beznau (a Döttingen, cantone Argovia), Gösgen (tra Olten e Aarau, Soletta), Leibstadt (Argovia) e Mühleberg ( Berna). 630’000 famiglie, con inclusa confezione di pastiglie di iodio. Cosa si deve fare in caso di incidente nucleare? La questione non si pone solamente nel centro del paese ma interessa anche la regione del Lemano, il Vallese e l’arco giurassiano. Sicuramente anche il Ticino, malgrado la barriera naturale di protezione costituita dalle Alpi”. E l’Italia del Nord, visto che è tutto in discesa…. Cinque sono le cose importanti da tenere presente immediatamente:

“1. La prima cosa da fare, la più importante, è ascoltare la radio. Le autorità diffondono le informazioni in diretta attraverso questo canale. Va evitato l’uso eccessivo del telefono per non sovraccaricare la rete. Vanno avvisati tutti i vicini di casa.

2. Restare in casa, chiudere le finestre e le porte. Spegnere le ventilazioni.

3) Recarsi nel rifugio atomico, se lo stabile in cui si abita ne è provvisto. Un rifugio atomico assicura una protezione due volte superiore alla cantina e protegge cinque volte di più rispetto all’appartamento.

4) Portarsi appresso pastiglie di iodio e ingerirle se l’istruzione viene data attraverso la radio. Lo iodio riduce l’irradiamento della ghiandola tiroidea.
5) E’ possibile il consumo di acqua potabile e del cibo che si ha in casa.”
Il dossier secondo noi non è partito a caso. Le reali risultanze del disastro di Fukushima, che sono ben diverse e più gravi di quanto affermato dalla autorità nipponiche, hanno consigliato le autorità svizzere di modificare le modalità di precauzione e di primo intervento. Anche il caso della cittadina tedesca di Wewelsfleth, dove la vicinanza in pochi chilometri di ben tre centrali nucleari sembra avere la sua importanza per l’escalation dell’incidenza del cancro tra i suoi abitanti: un aumento del cinquanta per cento di casi 142 dal 1998 al 2008 su una popolazione di 1500 anime. E senza aver avuto neanche un caso di incidente negli impianti! Giusto per aumentare la confusione negli Stati Uniti è stata autorizzata al costruzione di due nuovi reattori nella centrale di Vogtle in Georgia. Un “atto dovuto” alla lobby nucleare da parte del presidente Obama nell’anno elettorale. E’ triste e pericoloso quando le scelte della “cattiva politica” devono mettere in secondo piano la sicurezza e la vivibilità nell’ambiente dei cittadini di un paese.

sabato 11 febbraio 2012

ORDINANZE PARTORITE SUL CESSO?

Di seguito riportiamo l’ordinanza con cui il Sindaco Cicchitti di Atessa (CH) il 09/02/2012 ha disposto “il divieto di praticare giochi di qualsiasi tipo sulle neve e con la neve nelle piazze e nelle strade pubbliche compresi i marciapiedi in quanto possono arrecare intralcio o disturbo e costituire pericolo per se e per gli altri”. Non vogliamo discutere la sofferenza del sindaco nel prendere una decisione così urgente, necessaria quanto impopolare. I ragazzi di tutto il mondo sono avvisati: ad Atessa non si scherza mai col fuoco. Tanto meno con la neve!


giovedì 09 febbraio 2012
IL SINDACO CON PROPRIA ORDINANZA NR. 15 DEL 09/02/2012 HA DISPOSTO IL DIVIETO DI PRATICARE GIOCHI DI QUALSIASI TIPO SULLA NEVE E CON LA NEVE NELLE PIAZZE E STRADE PUBBLICHE COMPRESI I MARCIAPIEDI IN QUANTO POSSONO ARRECARE INTRALCIO O DISTURBO E COSTITUIRE PERICOLO PER SE O PER GLI ALTRI.

venerdì 10 febbraio 2012

TRIVELLAZIONI GEOTERMICHE E QUATTRINI PROMESSI

SIENA, TOSCANA, ITALIA. La Società Magma sta per cominciare una serie di perforazioni non invasive dell’area denominata Mensano, su cui ha ottenuto un “permesso di ricerca di risorse geotermiche” dallo Stato Italiano per verificare la possibilità di aprire pozzi per sfruttare l’energia geotermica, con una campagna di trivellazioni che durerà tutto il 2012 e parte del 2013. Una associazione del territorio, Casole nostra, si sta adoperando per controllare l’attività della società che, fra le altre cose, è stata oggetto di contestazione della popolazione islandese, capeggiata dalla famosa cantante rock Bjork, in un impianto che hanno realizzato nell’isola vicina all’Artico. La contestazione vide riconosciuto che quanto esisteva nel sottosuolo islandese era di proprietà dei suoi cittadini e Magma fu costretta a cedere una quota della proprietà a un fondo pensioni islandese, e così la popolazione dell’isola ha controllato di prima mano cosa veniva fatto e i potenziali danni per l’ambiente e i suoi cittadini. “In una riunione con i genitori della scuola media” si trova scritto nel blog dell’associazione casolese “il Dott. Pii, Sindaco di Casole affermava che il comune avrebbe messo a disposizione fondi provenienti dalla Magma per ridurre il costo a carico delle famiglie per la settimana bianca già programmata per un gruppo di Allievi delle Scuole”. Un interessante tozzo di pane: ma quanto vale la geotermia per il sindaco di Casole d’Elsa? Tuttavia, nel giro di qualche giorno, il dr. Batini, managing director di Magma, ha smentito categoricamente che la sua società sia usa a certi regali, diciamo noi, un po’ “clientelari”: “La policy aziendale di Magma Energy Italia s.r.l. inibisce l’elargizione di finanziamenti ad Amministrazioni Pubbliche, Enti pubblici, Associazioni pubbliche o private. Magma Energy Italia s.r.l. si è attenuta e si attiene strettamente a tale policy. Conseguentemente non risponde al vero che Magma Energy Italia s.r.l. abbia erogato somme al Comune di Casole o alla Scuola di Casole per “ridurre il costo a carico delle famiglie per la settimana bianca già programmata per un gruppo di allievi delle Scuole”. C’è un po’ di confusione sotto il cielo della Valdelsa.    http://www.ilcittadinoonline.it/

IL PONTE SENZA FINE DI MESSINA

SERGIO RIZZO, sul Corriere della Sera, si è accorto che la novella intitolata "Ponte di Messina" si è conclusa con aria fritta e una perdita per lo stato italiano di un miliardo di euro. Sarebbe bastato si fosse letto qualcuno dei nostri post e lo avrebbe saputo anche prima, diciamo due anni fa almeno. La società Ponte sullo Stretto ha dilapidato per la sua effimera esistenza 250 milioni di euro, e i contratti firmati dal berluskazz e dal presidente di Anas PIETRO CIUCCI faranno riscuotere penali, per non aver fatto nulla, di 800 milioni di euro alle aziende incaricate di realizzare un manufatto di cui non esiste attualmente uno straccio di progetto esecutivo. E quando la magistratura di Reggio Calabria, colpevole o meno di intervenire troppo tardi, comincerà una DOVUTA azione penale, i tempi per la prescrizione saranno già stati sufficientemente avvicinati. Lui è Ciucci di cognome, gli italiani lo sono di fatto. NOMEN OMEN.

sabato 4 febbraio 2012

COME LEGALIZZARE L'INQUINAMENTO IN TOSCANA

Con la scusa di recepire le direttive comunitarie, la regione Toscana ha fatto una legge che regolamenta le centraline di rilevamento della qualità che nasconde la verità e i problemi ai cittadini e alla loro salute, senza un perché logico: vivere in un ambiente inquinato non piace a nessuno, specie se per legge dalla sera alla mattina non lo è più, ma i PM 10 continuano a farla da padroni. Dal 10 febbraio 2011 una legge regionale costringeva il comune di Firenze a limitare la circolazione dei mezzi all’interno della zona a traffico limitato e a moderare l’uso del riscaldamento, vista la continua esposizione alle polveri sottili cui era soggetta la popolazione. Però la stessa legge prescrive che al 31 dicembre di ogni anno si riazzera tutto, e le limitazioni scompaiono. Non come i PM 10. Il comune di Firenze ha abrogato la legge, e ora bisogna aspettare 15 sforamenti (unica concessione fatta dalla regione per proteggere in qualche modo i cittadini), ed è cosa da poche settimane, perché si ritorni in difetto e si ri-promulghi le limitazioni dell’anno precedente. Il tutto quando, per logica, il traffico nell’area fiorentina dovrebbe essere completamente bloccato. Similmente a Siena: la stazione locale dei Due Ponti nel corso del 2011 ha collezionato 34 superamenti. Con 35 si deve bloccare il traffico. Ma dal primo gennaio si ricomincia da zero, ma l’inquinamento questo non lo sa, e nemmeno chi passa dal Ruffolo in Viale Toselli! Pensiamo a Santa Croce sull’Arno, che nei primi tre giorni dell’anno ha collezionato ben due sforamenti. Il 31 dicembre 2011 il valore dei PM10 era 53, fuori da ogni limite di legge, e così era stato per 47 volte nell’anno.  Come per tutta l’area fiorentina, la Lucchesia e il Pisano. Ma non abbiate paura, l’assessorato regionale all’Ambiente è sempre più poverello e non ci sono i fondi per poter sostenere la gestione e la manutenzione che comportano le tante centraline di rilevamento dati che occorrerebbero. Ma è assurdo pensare che Siena insista in una “area zona omogenea” che parte da Pomarance e arriva a Chitignano nel Casentino! Come se i vapori dell’acido solfidrico, presenti in gran quantità nell’aria della Val di Cecina, viaggino col vento alla volta di Siena e poi della Chiana, risalendo poi fino a Subbiano e Rassina per costituire la zona omogenea “per legge”…  come piace alla regione Toscana.

EVOLUZIONE DELLA MAFIA IN TOSCANA

La Fondazione Antonino Caponnetto ha proprio in questi giorni lanciato un allarme sulla nostra regione nel suo “Rapporto 2011 sulla Legalità e giustizia sociale”. La provincia più a rischio è quella di Massa Carrara, il territorio che ha più difficoltà di ordine economico e sociale, ma una discreta presenza economica mafiosa è accertata in tutte le altre province. La provincia di Siena, sempre secondo il rapporto, sembra aver dimostrato un basso rischio di colonizzazione mafiosa. Certamente, al contrario di aree più sensibili come Porcari, il pratese, Calenzano o l’empolese, non ci sono stati ancora casi di incendi dolosi a ditte nel campo dei trasporti o dell’edilizia.  Casi che non sono stati risolti e a maggior ragione puzzano di criminalità organizzata. Tuttavia la capacità indubbia nel riciclare denaro sporco, specialmente in un momento difficile come questo, potrebbe consegnare nelle mani delle mafie imprenditori in odore di fallimento, che hanno già sperimentato il credit crunch delle banche italiane in difficoltà. Come sospetti possono essere le compravendite di alberghi o agriturismi e in generale pubblici esercizi che avvengono quotidianamente con società campane, calabresi e, novità, cinesi: soprattutto a Firenze si contano numerosi casi di ristoranti giapponesi in cui il sushi viene servito da ristoratori cinesi. La relazione della DIA sul 2° semestre 2010 aveva già evidenziato come il 33% dei cinesi segnalati per reati associativi risieda in Toscana. Altro settore delicato, oltre a quello delle costruzioni, sembra essere la gestione dei videopoker, ormai diffusissimi. Inoltre la Fondazione Caponnetto stima che il fatturato delle mafie prodotto in Toscana in tutte le sue forme sia prossimo ai 15 miliardi di euro: attenzione a non sottovalutare il fenomeno pensando che il tessuto sociale ed economico senese sia di respiro insufficiente alle mire dei criminali.
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TIRA LA SCARPA AL PRESIDENTE!

Centinaia di berlinesi, richiamati in piazza da una protesta nata su Facebook e radunatisi davanti il palazzo presidenziale, armati di scarpe levate in aria hanno chiesto le dimissioni del presidente tedesco Christian Wulff. L’uomo politico e più alta carica della Germania, è stato travolto da uno scandalo nato dalla scoperta che avrebbe ricevuto da un amico imprenditore, quando era  governatore della Bassa Sassonia, un grosso prestito (a sua insaputa? Ndr) di 500.000,00 euro agevolatissimo in maniera e con finalità poco chiare. Inoltre si sarebbe reso protagonista di un goffo tentativo di intimidazione nei confronti di un direttore di giornale nel tentativo di non fare uscire articoli sullo scandalo, condito anche di minacce. Due giorni fa un altro tentativo di difendersi alla televisione pubblica si è rivelato maldestro, aumentando la sfiducia dei cittadini nei suoi confronti. Wulff ha detto in riferimento alla telefonata al direttore della Bild essersi trattato di un “grave errore di cui mi dispiaccio e per cui chiedo scusa”. Le opposizioni hanno già chiesto le dimissioni, e il cancelliere Merkel avrebbe già radunato i dirigenti del suo partito per vagliare le candidature per la sostituzione di Wulff: dovrà trovare, vista la risicata maggioranza che gode in Parlamento, di un candidato gradito alla Spd. Il direttore della Bild, Diekmann, ha inviato una lettera al presidente della Repubblica chiedendo il permesso di rendere pubblica la trascrizione del minaccioso messaggio che Wulff lasciò sulla segreteria telefonica. in Italia non si dimetterebbe nessuno per così poco...

GIOVANNI TIZIAN E LA MAFIA EMILIANA

"Giovanni Tizian è arrivato a Modena a 12 anni, costretto a lasciare la Calabria, dove è nato, con quel che restava della sua famiglia, dopo l'incendio che ha distrutto la fabbrica del nonno e, a seguire, l'assassinio, per mano della 'ndrangheta, di suo padre, Giuseppe Tizian, funzionario del MPS a Locri - raccontano dall'associazione 'Libera' -  Oggi racconta verità scomode e notizie che qualcuno preferirebbe velare". Questo ventinovenne giornalista modenese vive sotto scorta dal quindici giorni per disposizione della procura antimafia di Bologna, dopo le minacce ricevute per le sue inchieste sulle infiltrazioni mafiose in Emilia Romagna, specialmente nella provincia di Reggio Emilia. Tizian ha raccontato degli intrecci fra la politica locale e la criminalità organizzata, di aste al ribasso e lavori sottocosto, che hanno portato anche allo stop di alcuni cantieri come quello della circonvallazione di Novellara in costruzione. Una intervista al giornalista è disponibile sul sito di www.reggionline.com e conferma che il passaggio dal movimento terra all’edificazione è il nuovo salto di qualità delle mafie nazionali che riciclano al nord i soldi sporchi. La Toscana, che è terra di passaggio, certamente deve stare con gli occhi aperti. A Giovanni Tizian va tutta la mia solidarietà.

 

LO SANNO ANCHE IN FRANCIA CHE IL NUCLEARE NON CONVIENE

Che la convenienza della produzione di energia elettrica con il nucleare fosse una bufala lo abbiamo scritto molte volte, denunciando la disinformazione continua dei nuclearisti italiani e non solo, che impediva costantemente di fare un conto economico della convenienza della cosa prima ancora di un conto civile dei rischi per la cittadinanza e il futuro dell’ambiente in cui viviamo. Ora, che non sia economicamente conveniente per il paese che del nucleare ha fatto una bandiera di stato, lo certifica la Corte dei Conti francese. La Cour des Comptes, infatti, ha addirittura sottolineato che i costi per la gestione delle centrali atomiche sono aumentati notevolmente e cresceranno ancora di più in vista delle maggiori misure di sicurezza necessarie dopo l’incidente di Fukushima in Giappone (di cui il governo giapponese in questi giorni dichiara la messa in sicurezza, ma dobbiamo verificare). Ancora la Corte si azzarda a stimare che nell’arco del prossimo decennio il costo di produzione dell’energia nucleare salirà dagli attuali 49,50 a quasi 60 euro/MWh: “Quali che siano le scelte fatte per mantenere il livello di produzione attuale – si legge nel rapporto – investimenti importanti sono da prevedere a breve e medio termine, tali da rappresentare almeno un raddoppio del ritmo attuale di investimento in manutenzione”. Ricordiamo che dopo il disastro avvenuto in Giappone attraverso un meccanismo ipoteticamente improbabile come il combinato terremoto-tsunami, le centrali di tutto il mondo subito stress test col risultato di dover procedere a un costosissimo miglioramento dei sistemi di sicurezza e un aumento dei livelli di manutenzione. Questi interventi ovviamente non nucleare.sono a costo zero: la Cour des Comptes stima in un 10% in più entro 10 anni sul totale dei costi di produzione dell’elettricità col nucleare, e non stiamo ancora parlando del decommissioning e dei suoi costi dopo che una centrale nucleare termina il suo ciclo vitale. Oggi la “bomba” che gira in Europa sembra che siano le centrali nucleari tedesche, visto che la Merkel ha prorogato per legge la vita di alcuni impianti obsoleti, nel tentativo di non perdere produzione di energia elettrica mentre cerca di sviluppare fonti alternative: ma il tempo di decadimento di un reattore non si può misurare per decreto, la situazione si sta facendo pesante ogni mese che passa. Riguardo alla tecnologia EPR definita “supersicura” dall’ex ministro dell’Ambiente Prestigiacomo, che volò a Flamanville per certificare supersicuro un buco nel terreno pieno di tralicci di acciaio e cemento armato senza sapere di cosa stava parlando,la Corte dei Conti di Parigi avverte che “è assolutamente troppo presto per fornire un calcolo completo del costo di produzione di un impianto EPR” visto che lo slittamento continuo della data di consegna dell’impianto fa già ora stimare i costi di produzione fino a 70/90 euro per Megawattora, cifre assolutamente fuori dal mondo economico.